sabato 27 gennaio 2018

IL SOLDATO FABIO LENA DI BAGNI DI LUCCA, FERITO AL FRONTE NELLA GRANDE GUERRA.







Il soldato Fabio Lena di Bagni di Lucca, ferito al fronte nella Grande Guerra.


Un ritaglio di giornale e una lettera del 1917 ricordano il ferimento del soldato Fabio Lena di Ponte a Serraglio, frazione del comune di Bagni di Lucca.
Dopo Caporetto l’esercito italiano si era attestato sul Piave ed anche la 776° batteria di cui faceva parte il Lena, aveva raggiunto la nuova linea difensiva, come riferito nella lettera del comandante Ten. Mario Marchi : “ …Tu puoi da questo immaginare con quale spirito i miei ufficiali e i miei soldati sono scesi qui incontro al nemico. E’ stato prima un calvario per monti pieni di neve a trascinare i pezzi. Ho tirato per due giorni le funi come un pazzo. Ho avuto l’onore di essere l’ultimo col mio Maggiore a scendere da un passo molto noto. Dietro a noi erano le prime pattuglie austriache. Così ci siamo ritirati portando con noi quanto i nostri capi ci avevano affidato. Giunto qui in pianura e presa posizione la mia batteria fu la prima ad essere in efficienza. E quando l’ultimo ponte saltò noi eravamo da giorni pronti ad entrare in azione… Mentre io miglioravo le posizioni asssegnatemi mi giunge l’ordine di consegnare i miei quattro cannoni ad un gruppo, che non solo non aveva saputo salvare i suoi ma che si era dimenticato di prendere anche i binocoli dal momento che richiedeva i miei……………….. Sono stato 15 giorni senza pezzi ad aspettare e a contare le granate che mi hanno gravemente ferito due soldati (riferimento al soldato Lena) …………”
[blog:  la grande guerra – storie di “caporetto” – lettera del ten. mario marchi, ing. di lucca, ad un amico -1917”] 


ritaglio di giornale (mutilo):

"……. e stimato e amato da tutto il paese.
Possono dire del suo entusiasmo, dei suoi sentimenti, le poche righe da lui scritte all’amato zio Virgilio, e quelle che l’egregio tenente d’artiglieria ing. Mario Marchi, indirizzava ad un amico di qui qualificano l’uomo.
“ Caro zio,
Saprà che il giorno 23 rimasi ferito. Scrissi a casa, ma ho accennato semplicemente ad una ferita alla mano sinistra. A lei, il compito di dire nel miglior modo possibile, ai miei cari genitori che la ferita è assai gravuccia e compiere così quel dovere ch’io non saprei adempiere. Una maledetta granata dell’odiato nemico mi scoppiò a brevissima distanza e una scheggia mi fracassò la mano destra. Fui condotto ad un ospedale da campo, dove i medici de3cisero di tagliarmela, come fecero al polso. È una disgrazia, ma pazienza! La ferita va bene, io ho abbastanza appetito e non credo di avere avuto nemmeno la febbre …. Tante cose a a tutti a un bacione a lei dal suo nipote
Fabio”
Così poi scriveva il tenente Marchi:
“In questi giorni una disgrazia mi ha fatto perdere un ottimo e bravo soldato della mia batteria, l’unico compaesano che avessi trovato, e cioè il soldato Lena Fabio del Ponte a Serraglio, che è stato ferito il giorno 23 novembre. Si trovava quella mattina a lavorare al ricovero di un osservatorio, uno di quei fossi blindati nei quali si trova rifugio in caso di bombardamento. Dal luogo dove lavorava era venuto presso la batteria. Mentre si allontanava una granata nemica gli scoppiò vicinissima ed una scheggia gli sfracellò la mano sinistra. Raccolto immediatamente e curato fu traspor ….”



lettera della crocerossina delia marchi al fratello ten. mario marchi:

Carissimo Mario,
una notizia che ti può far piacere è che Fabio Lena, dopo aver tanto sofferto, si trova ora con noi alla Croce Rossa. Leggemmo sul giornale la notizia e si cercò con la mamma all’ospedale militare, ma la Sg.ra Pasquini, che era di turno al momento del loro arrivo, fece il possibile per averlo da noi. Sono andata subito a vederlo e ti dirò che sono rimasta del suo coraggio veramente ammirevole!
Mi ha parlato di te con vero affetto, mi ha raccontato di quando ti vide per la prima volta e gli sembrò di riconoscerti, di quando domandasti se c’erano toscani nella batteria e trovasti lui; ed ora che avevo avuto la fortuna di essere con lui, ha soggiunto mi è toccato partire ….
Se tu sapessi come ci si sente piccine piccine davanti al coraggio e al valore di voi soldati!
Anche stamani abbiamo ricevuto la tua posta una cartolina diretta a me e la lettera per mamma, così vado più contenta all’ospedale, altrimenti dovrei aspettare fino alle 8 stasera quando torno a casa.
Non avevo ancora visitato l’ospedale militare e ieri quando andai con mamma tutte le aule dove ho passato i miei anni migliori. Chi avrebbe detto a noi bimbe e ragazze spensierate che dopo parecchi anni la nostra scuola avrebbe accolto i nostri feriti?
Ce ne sono molti ora e ne ho riconosciuti alcuni che sono stati due anni fa al nostro ospedale.
Non stare in pensiero se non vedi nostra posta, noi scriviamo tutti i giorni ed ora impostiamo la mattina invece della sera, ma ogni momento ci sono soppressioni e cambiamenti di treni per cui non so ancora a che ora partono le nostre lettere.
Noi bene. Cosima ti saluta tanto. Ti abbraccio e ti bacio a lungo la tua
Delia
Lucca 17.12.17

famiglia marchi - 1916
L' Ing. Mario Marchi, Tenente d'artiglieria, la madre Emma, la sorella Delia, vestita da crocerossina, e il fratello Cesare, studente ginnasiale.




lunedì 22 gennaio 2018

PENNSYLVANIA RAILROAD - DEPLIANT


“PENNSYLVANIA RAILROAD"  of america
Riproduzione  di un dèpliant


prima e ultima pagina del dépliant.

mappa della rete  ferroviaria
particolare della rete ferroviaria

giovedì 4 gennaio 2018

1918 - Cartolina postale - CROCE ROSSA AMERICANA



1918 – Cartolina  postale - “Croce Rossa Americana
Cartolina del 11/12/1918 inviata alla moglie dal ten. Enrico Pellegrini, ancora in servizio (l’armistizio con l’Austria era stato firmato il 3/11/18 ed entrato in vigore il giorno seguente). Sul retro la scritta “Croce Rossa Americana”, il motto “con voi nella fede per voi la nostra opera” e le bandiere degli Stati Uniti e dell’Italia.
La Croce Rossa Americana operò in Italia nel 1918, assistendo profughi, famiglie di richiamati e orfani.



Scritto sul retro:
Ricorda alle citte [bambine] che stiano bene [per]chè presto giungerà il befanotto carico - Arrivederci Enrico –

Alla Si.ra Pellegrini Iadè – Borgo a Mozzano Lucca



Scritto sul fronte:
11-12-18
Carissima Dedè ieri l’altro ti mandai la bozza per la licenza, ma spero che non ve ne sarà bisogno, però è bene che tu la firmi perché le cose cambiano troppo facilmente e spesso e potremmo rimanere delusi e pentiti. Ho migliorato assai la mia condizione, troppo tardi! ma meno male perché così ho modo di rimettermi in quite e in ciccia. Dimani ti scriverò, se mi riuscirà perché debbo andare a Parma. Saluti e baci tuo
                                                                                                                              Enrico -

lunedì 1 gennaio 2018

LETTERE D'AMORE DEL 1877 ED ATTO D'ANNULLAMENTO ROTALE DEL MATRIMONIO "RATO E NON CONSUMATO".


lettere d’amore del1877 ed atto d’annullamento rotale  del matrimonio “rato e non cosumato”.

Teodolinda Stefanini della Croce, appartenente a un nobile casato pisano, è la giovane fidanzata di Giacomo Cristofanini, membro di una eminente famiglia di Borgo a Mozzano (prov. di Lucca). L’amore della giovane è pienamente espresso nelle lettere indirizzate al futuro sposo, amore sempre temperato dalla fortissima educazione religiosa: “ …. Signore, sono dunque amata, e posso amare, certa di fare la vostra Volontà: Grazie mio Dio di benefizio si grande!....”
 Negli scritti compare anche una continua preoccupazione per le condizioni di Giacomo: “….Tu mi assicuri che stai meglio, e che ti dai premura per vincerti; bravo Giacomo coraggio avanti con fermezza, ed energia, e la tua Linda (così si firma) sarà tanto contenta!..”, condizioni di carattere psicologico, ma in una missiva al futuro cognato sembra accennare a problemi anche di carattere fisico: “ …faremo ambedue il possibile per guarire io dai miei molti, lui dai suoi pochi, ma non poco a me penosi perché esterni, difetti onde esserci così di conforto l’uno, all’altro…
Le lettere conservate scritte da Linda (così si firma) sono del 1877 e il matrimonio è celebrato nel gennaio del 1878, come si evince dalla lettera della sorella Ildegarde e dalla “pernozze”, scritta per l’occasione.
Il documento della Sacra Congregazione del Concilio porta la data del 1880 ed è promosso certamente dalla sposa, presumibilmente per il non superamento dei problemi psico/fisici dello sposo, cui era fatto cenno nelle lettere, che hanno portato al matrimonio non consumato.
A seguito del processo canonico richiesto dalla Stefanini, il Cristofanini si rivolge allo studio del principe Giuseppe Colonna di Roma, ma l’esito della pronuncia pontificia gli è negativa.
Documenti:
Le nove lettere trascritte sono in numero di 6 di Linda (così sono brevemente firmate) indirizzate a Giacomo, due scritte sempre da Linda ai futuri suocera e cognato  ed una di Ildegarde Stefanini alla sorella Teodolinda e al cognato Giacomo, appena sposati.
Pernozze” riprodotta è indirizzata allo sposo Giacomo e riporta la data del Gennaio 1878.
Il documento della Sacra Congregazione del Concilio riprodotto è un atto che fa parte della procedura per la “dispensatione matrimonii rati et non consumati”, richiesta dalla sposa Teodolinda.
La Chiesa cattolica, per mano del Pontefice, concede la dispensa da “matrimonio rato e non consumato” nei casi in cui sia stato accertato che il matrimonio, malgrado la corretta celebrazione, non sia stato poi consumato attraverso l'atto coniugale.
Come qualsiasi tipo di processo sia in ambito ecclesiastico che statale, anche il processo di nullità del matrimonio canonico ha un obiettivo ben preciso e definito: l’accertamento della verità, per il cui raggiungimento intervengono più soggetti a vario titolo e funzione, attraverso un articolato itinerario processuale.
In documento riportato si riferisce alle prime fasi processuali, che si concluderanno con la decisione del pontefice.
Seguono le lettere inviate a Giacomo Cristofanini dallo studio Giuseppe Colonna (sulla carta sono riportate le lettere iniziali G. C. sormontate da una corona, che indica l’appartenenza alla famiglia dei principi romani)

Infine sono riportati:
 - due biglietti per visitare “I Sacri Palazzi Apostoloci” in data 13 luglio 1880 intestati a Giacomo Cristofanini e lo stemma di famiglia;
- la fotografia della chiesa del Sacro Cuore, eretta dal sacerdote Leopoldo Stefanini e da sua sorella Teodolinda. 


Le nove lettere



Lettera N 1  di Linda a Giacomo
“ …. Signore, sono dunque amata, e posso amare, certa di fare la vostra Volontà: Grazie mio Dio di benefizio si grande!.... “o amore davvero, o niente” ecco … il Motto della tua Sposa…”

       
         Amat o Giacomo                                                               = Caro son tua così  
                                                                                                    = Che per virtù di amore
                                                                                                    = I moti del tuo cor
                                                                                                    = Risento anch’ io ! . . .
Li 28. Settembre – [18]77.
Nel aprire ala cara tua, mi sono sentita come una consolazione speciale, e nel cuore ho detto “Signore, sono dunque amata, e posso amare, certa di fare la vostra Volontà: Grazie mio Dio di benefizio si grande! Poi leggendo la lettera ho trovato che tu pure hai provato e provi lo stesso conforto, per lo stesso motivo, oh come ne sono restata gratamente sorpresa e consolata! Si mio caro Giacomo, noi ci siamo non solamente intesi subito, ma ci siamo combinati nel provare li stessi sentimenti, e bisogna dire che i nostri cuori si trovano d’accordo fra loro, prima che ci siamo spiegati a voce ciò che proviamo! Questo è un buon segno non è vero? Se nell’unione stà la forza, i nostri cuori che tanto hanno saputo unirsi saranno forti nell’amare, e ci faranno forti nell’operare, e nel soffrire, come unicamente desidero, e con fermezza spero.
Sei troppo buono Giacomo, quante volte devo dirtelo? che io non ho neppure un terzo delle qualità buone che tu mi attribuisci? Ma tu mi vuoi bene, e l’affetto ti fa sembrare meglio ciò che non è; basta speriamo che possa coll’aiuto di Dio divenire quale mi credi e tutto sarà rimediato.
Ben ti avevo detto che il nostro affetto doveva aumentarsi! e come ci sarebbemo amati davvero senza questo? son ben contenta che ciò segua, ciò mi fa sicurezza e conforto!
Ma dimmi cattivo uomo, come potevi credere che la tua Linda ti amasse solo per se? e potevi amarla avendole tale stima? Ah! nò! nò!: “o amore davvero, o niente” ecco la [illeggibile] ossia il Motto della tua …. Sposa!
E come potrebbe dirsi vero amore amando per noi stessi! nò ora l’io deve essere affatto bandito fra noi! dobbiamo l’un per l’altro insieme, amare, operare, soffrire! Amandoti dunque per te stesso non ho fatto nulla di straordinario, ma ho seguito il mio naturale istinto non avendo potuto fare diversamente di amare chi merita di essere amato, chi ha saputo ispirarmi sincero affetto chi si combina tanto di sentimenti e di idee meco.
Ripeto dunque con tutto l’animo il tuo detto a me tanto gradito”Amiamoci teneramente, immensamente!” amiamoci sì la tua Linda accetta l’affettuoso invito, e ti assicura della più sincera, e tenera corrispondenza! rinnovandoti la promessa di essere tutta tua, con tutta l’espansione dell’animo suo!
Avrei desiderato qualcosa più del breve e freddo tuo detto “Và un po’ meglio” riguardo alle cose che ti tormentano, perché ciò mi fa temere che non ci siano belle cose, e questo mi fa afflizione non poco! Mio Giacomo per quell’amore che mi porti  [illeggibile] , fatti animo, e resisti coraggiosamente, e fermamente, vedrai quanto te ne troverai bene! io non cesso mai di pregare, e far pregare per ottenere la bella grazia del tuo miglioramento, ma tu pure coopera da parte tua, non trascurare.
Sento con piacere che stai meglio ma abbiti molto riguardo perché si è fatto molto freddo ed è stagione da prendere dei malanni, a non usare le precauzioni necessarie.
Io ora stò benissimo di salute, e anche tranquilla, e dopo Dio ne sono debitrice a te perché essendo tanto buono con me mi hai tranquillizzata, e mi hai fatto certa della sincerità del tuo amore, grazie dunque mille volte grazie.
Ricordati di andare dalle Cappuccine e dal canonico, e vieni al treno di Mezzogiorno che ti aspetto veh! Non dormire, e vieni. Stasera la Veglia l’ho fatta teco ma ora mi chiamano a cena, dunque addio a Sabato, accetta tanti affettuosi saluti dalla tua per sempre Aff.ma Linda

 
Lettera N 2  di Linda a Giacomo
….la differenza notevolissima che passa fra il vivere sol per se stessi, al vivere uniti ad un cuore che amiamo, e che ci ama! Oh sì grande è questa differenza quanto dal passare dal Deserto alla Terra-promessa, dal buio della notte, alla bella luce del Sole!...”
Amato Giacomo
    Cascina 10 Ottobre 77
Fra l’impazienza di sapere le tue nuove, e il timore di non riceverle, ho passato questa giornata, ma finalmente arrivato l’ultimo Treno ho ricevuto la carissima tua, dalla quale con tanto piacere ho sentito le buone notizie del tuo viaggio, e della salute tanto tua, quanto dell’ottima tua Famiglia: di tutto sia benedetto il Signore!
Dimmi ora mio caro Giacomo, dimmi come potrà la tua povera Linda rispondere a quanto scrivi? Vedi perché mai tanto confonderla esaltandola tanto, e tanto te deprimendo?
Non farlo buon Giacomo non farlo, ciò l’affligge [Linda] per due conti; il primo perché non merita neppure la minima parte degli elogi che tu gli fai, il secondo perché ben conoscendoti sà che tu non sei davvero quello che tu ti credi ma molto migliore, perché dunque vuoi mortificarla? Sai bene quanto ti ama e amandoti non può tollerare che neppure da te tu ti offenda, reputando sua la tua offesa, più stima dunque, per lo Sposo di Linda, Sig. Giacomo, Ella lo difende, e non permette, ne permetterà mai che non sia rispettato.
Piena sincera consolazione sentendo dalla carissima tua che tu pure dopo aver parlato meco con più confidenza, e più a lungo Lunedì, e ieri prima di partire, sei stato meglio e mi hai amato più; ciò è seguito a me pure, e tanto conforto ne ho provato che mi ha un poco temperato l’amarezza della tua partenza dandomi anche un po’ di coraggio per meglio sopportare lo stare questo tempo da te lontana. Il vedere che quanto più ci conosciamo e più ci amiamo mi consola per tutti i rapporti ma specialmente perché rifletto che essendo questo, la nostra affezione sarà costante, immutabile, e anzi anche dopo la nostra unione anderà aumentando, e divenendo sempre più grande, e più scolpita nei nostri cuori, dal vero, e perfetto, Amore. Ben diversa essendo da quelle affezioni alla Moda leggere, e fugaci, che si dileguano come polvere al vento. Delle quali ho avuto sempre orrore, e con tutto il cuore benedico Dio di avermene liberata!
Io ti ringrazio, e ti corrispondo con tutto il cuore, della tua sempre più grande affezione che mi porti, ma sopra tutto ho tanto gradito che tu tanto bene comprenda, e senta, la differenza notevolissima che passa fra il vivere sol per se stessi, al vivere uniti ad un cuore che amiamo, e che ci ama! Oh sì grande è questa differenza quanto dal passare dal Deserto alla Terra-promessa, dal buio della notte, alla bella luce del Sole! Ah! L’io solitario come è triste !!!! (messe a parte le cose dell’anima) per chi vivere? soli! per chi mai saremo oggetto di vera premura, di vero interesse? Chi soffrirà, chi godrà con noi? Ah doppio soffrire  senza aver chi lo divida, sterile, e freddo godere! Mio Dio voi che sempre avete letto nel fondo del mio cuore, e dell’anima mia voi sapete quanto la vostra povera serva soffrisse per questo motivo! Ah sì o Signore voi lo sapevate, e nel tempo stesso … [illeggibile], che temendo errare nella scelta, ho voluto rispettare che voi li guardaste nella medesima voi lo avete fatto pietoso Signore, e concedendomi una persona che mi ama, e mi teme, che sa amare, davvero, avete appagati i voti della vostra indegna serva, contro ogni suo merito: grazie di tanto bene, ma deh compite l’opera vostra concedendomi tutti quegli aiuti, e quelle virtù, che mi mancano, ma che desidero per corrispondere alla vostra grazia e rendere felice lo Sposo che voi mi avete dato.
Tu mi assicuri che stai meglio, e che ti dai premura per vincerti; bravo Giacomo coraggio avanti con fermezza, ed energia, e la tua Linda sarà tanto contenta! lo riconosci? si vero? all’opera dunque.
Pensa anche a far presto, e bene, ciò che hai da fare con cotesto Religioso tu m’intendi, ma sii franco, tu sai che Dio ama che lo serviamo con Letizia bando dunque alle inutili scene, agli stringimenti di cuore; fiducia, fiducia,: abbandono nel cuore di Gesù e tutto andrà bene. Io pregherò sempre e farò preghiera per te, specialmente, specialmente in questo S. ….[illeggibile], ma coraggio.
Le nostre nuove di salute sono buone, e anche del capo stò benissimo, come pure di stomaco, stai pure tranquillo poiché ti dico la verità. Mi dispiace che nonostante la mia premura essendomi alzata più presto per terminarla stamani 11. non ti arriverà fin a domani; pazienza per forza!
Quando mi rispondi dimmi più o meno a che a che ora arriverai Mercoledì, e procura di non affliggermi mancando di venire [illeggibile]! Gradisci tutti saluti dai miei estensibili alla tua Famiglia, e tu mille affettuosi dalla tua affettuosa Sposa
Linda
PS. Quando vado in Chiesa la sera mi ricordo esservi stata [illeggibile], e cerco almeno riparare pregando per te! Oh mio Giacomo quando  arriveremo a quel tempo che non separeremo mai più !!!


Lettera N 3  di Linda a Giacomo
 “…. La vera beltà, non stà nella fragile apparenza, ma nell’Anima che è Eterna! come te pure mi dicevi giorni sono, non è vero caro Giacomo? E noi non amandoci follemente ma fondando il nostro Amore, in ciò che è Eterno, Eternamente ci ameremo!...”
Amato Giacomo
Con impazienza attendevo la carissima tua, che mi desse insieme alle tue notizie, e a quelle della tua famiglia, un po’ di conforto essendo restata questa notte più delle altre afflitta dalla tua partenza, e trovandomi smarrita senza il mio Giacomo che più amo, quanto più imparo a conoscerlo, ed avendolo in questi giorni meglio conosciuto sento che più grande è in me la stima, e l’affetto per lui, ma insieme maggiormente sento il dispiacere di essere da lui divisa, e sebbene sia vero che per breve tempo, pure mi sento malinconica assai e in modo tale da essere notato anche dalle persone        che mi stanno intorno: basta coraggio e avanti!
Dalla carissima tua ho con mio … [illeggibile] contento sentito che tu, sempre troppo buono per la tua Linda, provasti piacere lunedì dopo avergli manifestate le tue afflizioni sentendole ripeterti che non solo ti amava egualmente, ma anzi più e che con tutta la sincerità dell’animo, e l’espunzione del cuore ti rinnuonava la promessa di essere tua Sposa amante, e fedele! Dunque io non m’ingannai quando mi parve vederti commosso? Dunque tu fosti contento? Oh grazie Signore! Questo essendo il mio maggiore desiderio di poterti cioè essere motivo di consolazione! Perché dunque dovresti darmi un merito di ciò che per me è un premio? Tu credi che in me debba esserci un grand’eroismo perché non mi sgomentano le tue afflizioni, e invece dovrei farmi forza se non potessi (per impossibile) teco dividere il soffrire, come il godere [illeggibile]; mio caro Giacomo no; non lodare la tua Linda per cosa che non gli costa fatica, solo se tu vuoi contentarla pensa a darti ogni premura per vincerti, costantemente essendo questo il suo unico desiderio, per bene tuo però, e per tutti i motivi che tu ben sai, ma non …[illeggibile]…., e profondamente sentito amore!
In para dunque come ne provi intimo conforto sentendoti inteso [capito], e amato! Tu pure senti riempito il voto [vuoto] desolante del cuore solitario! meglio così! almeno io posso renderti il bene che tu mi fai, e ora si conosce chiaramente che viviamo l’uno per l’altro, che c’intendiamo, e che nostri cuori si sono uniti in modo da non dividersi mai più! Sii tranquillo che la mia fiducia in te và sempre aumentando, e non ci ha nessun dubbio che non debba sempre essere piena, e perfetta, stimando, e amando davvero, non è possibile non avere anche sincera fiducia, perciò siine sicurissimo.
Qualche minuto prima delle 6.10’ guardavo la Luna secondo la mia promessa e pensavo a te ma ti confesso con molta afflizione perché da me lontano! qual differenza la luce di sera! Oh passi presto questo tempo di afflizione, presto quanto il mio amore lo brama!
Oh buon Giacomo! io la tua Stella? sai che se bene, che tale fossi, ma tu ora meglio mi hai conosciuto e puoi ben capire che non sono luce, ma tenebre, e non so guidare ma ho bisogno di essere guidata, però per essere sicuri di essere ben guidati guarderemo la vera Stella del Mare Maria SS.ma Maria come segno di speranza e come stella polare per i cristiani ] ed essa a guidarci sicuri al Porto della Bontà Eterna!
Sento con piacere che le vostre nuove di salute sono buonissime, eguali sono le nostre.
Ricordati di darti con ogni premura a sistemare i tuoi affari Spirituali, e temporali, ma con sollecitudine, franchezza, e decisione; io non manco di pregare, e far pregare per te.
Questa notte hai scritto affettuoso, ma breve, spero che quest’altra, tu scrivi meno, e mi dirai tutte le tue cose con meno fretta, come pure se poso sperare che tu venga Mercoledì.
Noi a Pisa, se il Signore ce lo permette andremo Lunedì 29. dopo desinare.
Ti ringrazio dei buoni auguri, e se il Signore me lo concederà sarò ben contenta di passare lunghi anni unita al mio caro Giacomo! Non sò ora cosa dirti di ciò che mi accenni essere questa sera in casa mia a Pisa, perché non intendo cosa tu abbia fatto però aspetto a sgridarti ben bene quest’altra volta, solo ti dico che tu mi confondi con troppe attenzioni, da me sempre gradite, ma mai meritate, e che non sarà mai piccolo ricordo quantunque fosse pure un filo di righe ciò che tu mi doni questa sera ma  sarà sempre grande per me perché donatomi dal mio Sposo con tanta delicata premura, grazie dunque, specialmente del tuo pensiero per me.
La sera che tu partiste seppi da Mamma che Babbo gli ancora detto che sarebbe stato bene aspettare a fare il nostro matrimonio dopo Pasqua! Pensa come restai: ma non fui tanto sorpresa poiché conosco i miei Polli. Mamma però aggiunse che non aveva accettata questa proposizione: nonostante stiamo attenti mio caro Giacomo e facciamo unitamente argine al torrente pacifico che tenterebbe sommergere i nostri voti, perché so per esperienza quanto i miei siano … [illeggibile] degli indugi, appunto quanto io ne sono nemica, dunque ambedue uniti, insieme alla tua famiglia al Del Pino facciamo ferma resistenza, e non cediamo un palmo di terreno, altrimenti addio a quest’altr’anno!!!!
Ho letto quel tuo Libretto, ma mi ha fatto pena il vedere quel povero Giovine pieno di ottime qualità morire di dolore! nell’abbandono! perché non era bello! Ah stolto! mille volte stolto, chi si lascia guidare da tali fallaci apparenze! Vedi Giacomo tu fossi stato pure di aspetto brutto come quel poveretto, ma col tuo animo, e col tuo cuore, e coi tuoi sentimenti ti avrei egualmente amato! ma davvero sai? Ma se tu fossi stato un Adone di leggiadrissimi modi, pieno di te stesso, di fumo, di sciocchezze come ordinariamente sono questi Adoni, tu mi avessi detto che morivi per me, ti mandavo da una bella Venere, e non mi sarei mai, e poi mai fidata di te! La vera beltà, non stà nella fragile apparenza, ma nell’Anima che è Eterna! come te pure mi dicevi giorni sono, non è vero caro Giacomo? E noi non amandoci follemente ma fondando il nostro Amore, in ciò che è Eterno, Eternamente ci ameremo!
Quando tu parli colla tua buona Madre, colle tue Sorelle, rammentami a Loro digli tante cose affettuose per me raccomandami alle loro Orazioni, e fai loro mille saluti.
Spero avrai pensato a ringraziare Alfonso della gradita S.ta Immagine, come pure della preghiera che fù per noi digli che prosegua che sempre più cresce il bisogno essendoci sempre più difficoltà quando siamo vicini a concludere gli affari importanti.
A lui e al P.[adre] Giuseppe fai i miei più rispettosi ossequi e chiedi per me la S. Benedizione.
La Donna degli Zii mi ha portato un piccolo berrettino che dice aver trovato in camera tua, te lo riporterà a Pisa la medesima, e tutti questi altri conoscenti mi hanno domandato le tue nuove e ti fanno tanti saluti, distinti ricevili da Mamma e Assunta.
Ringraziandoti del pensiero che tu hai sempre a me rivolto, assicurandoti di essere affettuosamente corrisposto con tutto l’affetto, con vero piacere dichiarandomi: per sempre tua Aff.ma Sposa .
                                          Linda
Cascina 25. Ottobre [18]77. Ore 11. Ant.e   [antimeridiane]




Lettera N 3  di Linda a Giacomo
“….Giacomo troppo buono per la tua Linda, e troppo cattiva per te, come non comprendi, che il dire qualcosa contro di te, è lo stesso che dirlo contro di lei? …ti Amo ma di vero Amore! di quell’Amor sì veropioforte, che regge a strazzi, a pene, a gioie, a morte!...”

Carissimo Giacomo                                    Cacina 24, Ottobre [18]77
Ore 12
Prima di partire per Pisa dopo aver già spedito i miei, e e i tuoi bagagli mi rimangono alcuni momenti che con tutto il piacere mi affretto ad impiegarli per te e con te, terminerò poi la presente a Pisa per darti ancora le nuove del nostro viaggio.
Prima di tutto tante grazie amato Sposo, del gradito e graziosissimo Ricordo che mi feci portare qua perché impaziente di averlo presso di me, dove sempre vi starà, essendo non solo una S.ta Reliquia ma ancora un dono del mio Giacomo, a me tanto [illeggibile] veramente mio, e gradito anche per il pensiero e per la delicata premura di tutto gradisci i miei più affettuosi ringraziamenti.
Grata sorpresa mi fece la penultima carissima tua e tanta consolazione, perché sempre più conobbi che il tuo cuore era unito al mio e c’intendiamo anche da lontano, mentre ciò che io desiderava, ma non sperava tu lo faceste scrivendomi più spesso, oh! ha tua Linda comprende e molto apprezza tante prove del tuo affetto e altro non brama che rendertene giusto contraccambio, è vero non può fare grandi cose per te, ma può molto amarti, e di questo siine sempre più convinto.
Feci le tue parti cogli Zii che mi dissero che gli avevi fatti anche a voce troppi complimenti, e che non gli hai dato nessun incomodo, come pure dice Mamma, tutti ti fanno tanti saluti.
La tua carissima d’ierisera mi recò tanto conforto che non so come esprimertelo, non mi dire che io esageri veh! ne vuoi una prova eccola “Ierisera dopo essere stata in Chiesa, e fuori con diverse persone conoscenti colle quali feci le depenitenze, tornai a casa con un mal di capo tanto forte che appena ebbi forza di spogliarmi ed andare a letto, dopo essermi un poco calmata lessi la tua lettera che avevo allora avuta dalla Posta la lessi, lo crederai? mi fece l’effetto di un calmante, migliorai subito e sedutami sul letto potei cenare e, con meraviglia di tutti! Ecco due Domeniche che il mio Giacomo mi guarisce! e mi calma! grazie di questo beneficio! tu dunque sarai ancora il mio Medico, e la mia Medicina? oh! sì! sì! lo sarai, lo sei già stato, e questo pensiero mi conforta immensamente!
Ma come Giacomo troppo buono per la tua Linda, e troppo cattiva per te, come non comprendi, che il dire qualcosa contro di te, è lo stesso che dirlo contro di lei? Sei mio intendi? e senza il mio consenso niente puoi sopra di te, e molto meno contro di te! allora contentami ora! fai contenta la tua Linda!!! se gli vuoi bene davvero non dire niente contro di te! lo credi che ella ti ami? Ebbene dimmi cosa diresti tu che mi ami a chi osasse in faccia tua pregiudicarmi o sparlare contro di me? non lo soffriresti vero? e allora Sig.e Cattivo perché io dovrei sopportare che lei sparli contro il mio Sposo? non voglio intende? poiché ciò non è vero niente io che l’amo più di lei, meglio lo conosco, e più lo stimo, dunque io e non lei sono Giudice competente ha inteso vero? ma sia per sempre! Lo so in questo mondo qualcosa tutti abbiamo che a vicenda dobbiamo saperci compatire e sollevare, ma so ancora che ciò che ha il mio Giacomo è cosa che si può combattere, e vincere, perché non è cosa che pregiudichi alla bontà del cuore, alla nobiltà dell’animo, alla rettitudine dei sentimenti, e alla loro elevatezza no! niente di tutto questo, è una Croce che con la risoluzione, colla buona volontà, e molto più colla preghiera, assidua, e coll’amore, e più ancora può essere tolta di mezzo, oh si! il mio Giacomo che davvero mi ama, non mancherà di fare tutto il necessario per togliere questa afflizione a se, e a me, e se lo vuole davvero lo farà, lo spero, lo credo, lo sento, tu vincerai, toglierai da te questa tribolazione perché Dio lo vuole! e se Dio è con noi, chi sarà contro di Noi? Dici bene ti amo perché desidero coll’aiuto di Dio praticare la Virtù! e perciò amo chi mi aiuterà a far questo col buon esempio, e coi suoi consigli, perché sentendomi povera, e debole spero appoggio, e coraggio, ti amo si perché tu non mi sarai impedimento al vero bene ma strada a quello, ma non già per esercizio di sofferenza, Cattivo !!! non sei mio mezzo, (ma dopo Dio) mio fine, non esercizio, ma premio, non peso ma appoggio, e poi che devo dirti? ti Amo ma di vero Amore! di quell’Amor sì veropioforte, che regge a strazzi, a pene, a gioie, a morte! Non posso più trattenermi ho molta gente che mi aspetta per dirmi addio, a Pisa terminerò questa mia. Addio intanto Cascina! Addio spero presto tornarci unita al mio Giacomo! tutta sua! e per sempre! spero rivederti in compagnia del mio amato Sposo! e con questo lieto pensiero, e con questa bella speranza contenta ti lascio! Dio ci conceda tutto questo!!! Addio!   
Pisa Ore 6 Pome
Dopo breve e felice viaggio eccoci a Pisa e benché poco però un poco più a te vicina! Di salute si sta tutti bene, io sono un poco stanca di testa per tanti addii e per tutte le solite cerimonie della partenza, e dell’arrivo, ma poi sto bene, Vorrei dirti tante cose, e quanto veda la tua mancanza arrivata appena e quanto maggiormente desideri il tuo ritorno, e tante altre cose, ma il tempo mi manca, e le persone come al solito da quando s’è in casa mi tormentano, però scusa se scrivo all’arruffata, ma il mio desiderio sarebbe molto più e molto meglio! 
A quest’ora dunque il mio Giacomo avrà terminata la mia [sigla illeggibile] e sarà in piena pace, e unione col suo Dio !!! Oh Signore curatelo, stringetelo a voi! non permettete che il Demonio disturbi mai più una sì bella unione! Questa mattina ho fatto per te la SSma Comunione, e ho pregato, e fatto pregare per tutte le tue intenzioni, coraggio coraggio! mio caro! Fiducia illimitata in quell’amoroso Signore che tanto ci ama! e che ci vuole uniti perché con più forza unitamente lo amiamo, con più coraggio, e energia lo serviamo, e anche perché ci siamo l’uno, all’altro di conforto, e di aiuto per tutta la vita!
Ti ringrazio della bontà colla quale sempre accogli i sentimenti espressi nelle mie lettere ma non hanno mica i pregi che tu gli attribuisci! nò davvero; il tuo amore per me ti fà parere tutto bello, ecco tutto: ma non v’è altro che il linguaggio del cuore che sinceramente ama, ed anche non pienamente espresso credilo, perché più è quello che sento di quello che scrivo senza paragone.
Tu davvero mi hai scritto sempre più affettuosamente, e chiaro vi leggo quanto il tuo affetto sia grandemente aumentato; la tua Linda con tutto il cuore l’accetta sinceramente lo gradisce, ti corrisponde e ti ringrazia.
Ti dissi che Babbo avrebbe voluto differire a dopo Pasqua il nostro Matrimonio [illeggibile] tu non mi ci hai risposto? Come mai questo silenzio con cosa di tanta importanza? ciò mi ha un poco meravigliato, non sapendo a cosa attribuirlo.
Se i tuoi affari te lo permettono sai quanto mi faresti piacere venendo Mercoldì; se poi non puoi pazienza ma Giovedì non mancare, starei troppo in pena.
Fai tanti saluti da parte anche dei miei Genitori alla Mamma e Sorella, stai bene, abbiti riguardo, ricordati di combattere e vincere, di pensare, amare, e pregare per la tua sempre
Aff.ma Sposa
Linda




Lettera N 5  di Linda alla madre di Giacomo
“… ho bisogno di essere aiutata per fare un passo tanto importante, e dopo l’aiuto di Dio, sento che l’affetto del mio Sposo per me, e del mio per lui, e l’affettuosa bontà di lei cara Mamma e della sua buon ...”
                                                                         Mia Carissima Madre                                                                                                                      Pisa 16 Novembre [18]77
Benchè da me desiderati, e graditi i suoi cari caratteri, non ne dava a lei nessuna colpa non vedendoli da molto tempo, ben sapendo quanto sia occupata per sorvegliare il buon andamento degli interessi della Famiglia, e per prodigare alla medesima tutte le cure di ottima Madre. Ero ancora sicura dal lato dell’affetto vedendomi, con mio vero conforto, sempre affettuosamente rammentata nelle sue lettere dirette a Giacomo, della quale memoria a me tanto cara devo ringraziarla; Faccia dunque mia buona Mamma con tutta confidenza e libertà con me, senza darsi nessun disturbo certa che io non attribuirei, né attribuirò mai nulla a motivi non affatto giusti, conoscendo ormai la bontà, del suo cuore, e la rettitudine dell’animo suo.
Il suddetto però non ha davvero impedito con che io abbia ricevuta la sua carissima con vivo piacere, molto più poi sentendo espressi nella medesima tanti affettuosi sentimenti, questi mi incoraggiano da un lato, e dall’altro mi confondono, ben conoscendomi immeritevole, solo mi affido nell’aiuto del Signore, e nella loro bontà che saprà compatire e sopportare i miei non pochi difetti. Ho detto che m’incoraggiano, ed è proprio così perché ora avvicinandomi sempre più all’epoca del nostro Matrimonio sento che ho bisogno di essere aiutata per fare un passo tanto importante, e dopo l’aiuto di Dio, sento che l’affetto del mio Sposo per me, e del mio per lui, e l’affettuosa bontà di lei cara Mamma e della sua buona Famiglia, sono appunto gli aiuti potenti ed efficaci per farmi animo a compiere un atto così grave e solenne! Sono anche ben lieta che il vedermi unita al nostro mio Giacomo, sia per cagionargli tanta consolazione, e sa il signore quanto grande sia il mio desiderio  di corrispondere alle sue speranze!
Pare anche a me che giacomo stia meglio di spirito e anche assai sollevato, speriamo che il Signore ci accordi la grazia di vederlo sempre di andare di bene, in maglio, per vantaggio suo, e comune consolazione, questo è per me un desiderio ardentissimo, e non manco di far continuamente pregare per ottenere una grazia tanto bella, perché come ho sempre detto a Giacomo io non ho altro a desiderarmi lui possedendo tutte le buone qualità per rendere una Sposa felice, e felice di vera felicità non poetica, e passeggera, ma seria, e permanente.
Di salute proseguo a star bene, e lo stesso fanno i miei Genitori e Sorella, che le rendono centuplicati i suoi graditi saluti da estender4si ancora alle sue Figlie uniti ai miei, con tanti ringraziamenti per i loro affettuosi desideri, ai quali io mi pure mi trovo unita mando eguale desiderio di tutte rivederle ed abbracciarle.
Lei poi cara Mamma si abbia molto riguardo in questa stagione variabile per mantenersi in buona salute, e poterci dare la consolazione di vederla da noi per il nostro Matrimonio che benedetto dai miei Genitori, e da Lei, coll’unanime consenso delle volontà di tutti i Parenti, e dirò colla comune approvazione possiamo sperare abbia ad essere il principio, di una vita Cristianamente, felice! Non lascio mai di pregare e far pregare per tutti i nostri bisogni, e loro pure lo facciano sempre per me. Gradisca tanti affettuosi saluti, voglia bene, e benedica alla sua    Aff.ma Figlia
Linda




Lettera N 6  di Linda a Giacomo
 “….voglia la Vergine Immacolata concederci tutte le grazie che ci abbisognano per il nostro bene temporale ed eterno…”
Carissimo Giacomo
                                                                                           Pisa 8. Decembre Ore 7 [?]
 Ricevo la carissima tua, e dovendo rispondere subito poco tempo posso impiegarci, avrei potuto far meglio rispondendoti domani ma tu vuoi prima e io ti contento come posso.
Sento con vero piacere le buone notizie della tua famiglia, come pure le tue, approfittatene per fare tutte le cose per le quali tu hai fatto questa gita, non farla riuscire inutile neppure in parte, ma fai che abbia pieno risultato, se pure ti premono i tuoi affari spirituali, e temporali, quando anche tu dovessi trattenerti un giorno di più per fare tutto, non ti lasciar tentare ma fallo, riflettendo all’importanza che hanno gli affari che tu hai da sistemare.
Spero che quando tu tornerai mi potrai contentarecoll’informarmi dei tuoi felici resultati.
Non ho mancato di pregare e far pregare per te la SS.ma Vergine in questa sua festività per tutti i nostri bisogni, e per te in modo speciale, voglia la Vergine Immacolata concederci tutte le grazie che ci abbisognano per il nostro bene temporale ed eterno.
Sempre eguale nell’abbassarti, e nell’elevarmi tu metti troppa sproporzione fra noi,
forse ve n’è, ma non nelle cose che tu credi voglio dire io sono certamente meno virtuosa, ma nel sentire, nell’agire sono di modo di fare assai diverso! Però facciamoci animo ponendo la nostra speranza in quel Signore che tanto ci ama, e che tutto ordina e dispone per il nostro bene, Egli padrone dei cuori, e delle volontà non mancherà di disporre i medesimi, di unire le stesse in modo a noi scuramente vantaggioso.
Mi dici che desideri trovarmi tranquilla tornando? sii sicuro che lo sono, non ti dar pena per questo, pensando che noi non abbiamo fatto nulla per capriccio, ne sbadatamente ma abbiamo agito col fine di fare la volontà di Dio, non possiamo non essere tranquilli, ne convieni? La perfetta contentezza poi non è di questo mondo lo sai, ma l’avremo nell’altro, se avremo sofferto le Croci di questo, con rassegnazione, ed amore!
Ti prego darti impegno di sempre moderarti in ciò che tu sai, ben sapendo che ciò facendo mi dai un vero contento [contentezza]. Stai sollevato, mostrati di buon’animo con la tua buona Mamma, e Sorelle, consolandole col farti vedere migliorato, e contento, dì loro tante cose affettuose per me unite a mille saluti.
Questa mattina ho dovuto alzarmi prima delle 6. per andare in Chiesa, e perciò sono piuttosto abbattuta stasera, ma di salute stò benissimo.
Addio a Lunedì, se tu dovessi trattenerti avvisami con una cartolina per mia quiete, se poi hai fatto quanto ti occorre non mancare di tornare sai che lo desidero.
Ama, ma di Amore generoso, di Amore eloquente, di Amore forte, di Amore che sia tale in una parola da rianimare, confortare, incoraggiare, la tua afflitta e abbattuta ma sempre
Affettuosa Sposa
Linda
P.S  Gradisci i saluti dei miei Genitori
      estendibili alla tua famiglia.




 Lettera N 7  di Linda a Giacomo
 “… ma ciò non ti affligga derivando questo da sentito affetto, che come dice il Pellico “Amore è sospiro di un cuore gemente che solo si sente, che brama pietà!!!!” [poesia di Silvio Pellico, 1837]
                                                Pisa 23 Decembre Novembre Ore 8. Pom.e
                                                   Amato Sposo
Mentre cominciavo a temere non vedendo tue lettere, ho ricevuto la carissima tua dalla quale ho sentito con vero piacere le tue buone notizie come pure quelle della Mamma e famiglia.
Oggi io pure stò bene, ma iersera dovei mettermi a letto con un forte dolore di testa effetto delle diverse emozioni da me provate! questa mattina mi son trattenuta un po’ più a letto e ora sono perfettamente guarita.
Tu ti dimenticaste di prevenire il Cappellano perché non cominciasse le Denunzie [atto da affiggere prima della celebrazione del matrimonio], e questa mattina ci ha denunziato trovandosi Mamma in Chiesa, cosa che l’ha molto disturbata, e mi ci è voluto del buono a calmarla credendo ella che noi si fosse consapevoli di questa cosa e non si fosse presentata, finalmente mi è riuscito persuaderla, ed s’è u po’ calmata.  
Ho trovata in S. Apollonia [chiesa di Pisa] l’Adelina la quale mi ha mostrato meraviglia che tu sia già partito, e anche senza dir loro nulla, la medesima mi ha detto che verrà domani da me con suo Marito.
Questa sera sentendo cantare il Re Deum appunto il giorno della nostra prima Denunzia e lo stesso giorno che come si spera frà un mese saremo uniti, mi ha fatto consolazione sembrandomi un buon presagio, e un felice augurio.
Oh sì! speriamo che il Signore ci concederà tutti quegli aiuti, e quelle grazie necessarie per condurre una vita tranquilla, e felice, per quanto si può esserlo in questo misero mondo! Io pure sono restata contenta dopo il primo passo da noi fatto, ma come te sono rimasta un po’ smarrita essendoci dovuti subito dividere e anche per diversi giorni; procura almeno che questo tempo sia da te utilmente impegnato, tu m’intendi, mantieni fedelmente le tue promesse, e quando torni siano stati fatti da te tutti i passi necessari già fra noi stabiliti.
Ti son grata del tuo affetto che mi è tanto necessario per darmi coraggio, a fare il passo tanto importante al quale ci andiamo avvicinando, ti confesso che ne ho veramente bisogno!
Non temere di non essere corrisposto alla fiducia, e spero non avrai mai a pentirtene.
Sebbene io pure pensi che questa sarà l’ultima volta che saremo lungamente divisi, pure l’esserlo ora e specialmente in queste Feste non posso nasconderti che assai mi affligge, e però sentendomi un po’ abbattuta forse te ne avvedrai anche in queste mie, ma ciò non ti affligga derivando questo da sentito affetto, che come dice il Pellico “Amore è sospiro di un cuore gemente che solo si sente, che brama pietà!!!! [poesia di Silvio Pellico, 1837]  
Mi conforta però il sentire che tu tieni presente, prosegui a farlo e prega per me in queste S. Feste, che io pure non mancherò di farlo, e farlo pure per te, o meglio per noi e per i nostri presenti e futuri bisogni.
Come tu bene osservi ti auguro per la prima volta, ma di cuore in queste S. Feste tutta quella grazia e felicità Spirituale e Temporale che il tuo cuore può desiderare, e specialmente una buona, ed amante Sposa, che possa esserti fedele, fidata, affettuosa compagna per tutto il corso della tua vita, dividendo teco le gioie, e i dolori, e assistendoti in tutti i tuoi bisogni. Sei contento mio buon Giacomo di questo felice augurio? credo di si vero? Ebbene speriamo che Gesù Bambino mi conceda tutto ciò che mi manca per potere divenire tale come disopra te l’ho augurata.
Vorrei ancora trattenermi teco, e lo farei ben volentieri, ma son giorni d’impacci e il tempo fugge, e voglio vedere se mi riesce rispondere un verso a Mamma, però accetta il mio desiderio. Dimmi presto quando tu torni precisamente e dammi le tue nuove.
Gradisci i felici auguri dai miei Genitori e [nome illeggibile] ed Emilia, e mia sorella, uniti a mille affettuosi saluti dalla tua per sempre invariabilmente affettuosa Sposa
Linda
P S. “4 Decembre ore 10, Ant.e  Per tua quiete ti do anche stamattina le mie nuove le quali sono buone, e anche di spirito mi trovo quieta e traquilla. Coraggio, il signore ci assisterà lo sento ogni giorno di più! Ecco un giorno meno di un Mese ad essere pienamente contenti, e per sempre uniti! vero mio Giacomo? ci pensi? la tua Linda ci pensa, e prega il Signore a renderla tale da esserti di consolazione! Addio



Lettera N 8  di Linda a futuro cognato
 “…Se avrò qualcosa da sopportare nel modo di fare, e nel naturale di Giacomo, è purtroppo vero che lui pure dovrà molto più soffrire e tollerare da me, ……., cosicché dovremo mettere a vicenda in pratica le parole di S. Paolo “Portate a vicenda il vostro peso, e così adempirete la legge di Cristo” …… faremo ambedue il possibile per guarire io dai miei molti, lui dai suoi pochi, ma non poco a me penosi perché esterni, difetti onde esserci così di conforto l’uno, all’altro…..”

Pregiatissimo Sig.e Alfonso e
Carissimo futuro Cognato
Il piacere provato nel ricevere per la prima volta una pregiatissima sua è stato grande, ma non è piccola neppure la confusione che provo, dovendo rispondere alla medesima. Perché come non restare confusa vedendomi attribuire da Lei tante qualità, che dovrei avere, ma che realmente non ho? Come supplire a questa mia vera povertà? L’unica cosa che posso fare è il manifestargliela ingenuamente, affinché da Lei conosciuta possa colle sue S. Orazioni rifornirmi, ottenendomi dal Signore tutte quelle virtù, e qualità che devono ornare una Sposa Cristiana, perché possa essere ancora di vera consolazione, non solo allo Sposo, ma anche a tutta la sua degna, e rispettabile Famiglia.
Benché ne sia rimasta confusa perché immeritevole, la ringrazio tanto della bontà che ha per me, e sono veramente lieta, sentendolo così contento del nostro prossimo Matrimonio, essendomi questo di felice augurio.
Se avrò qualcosa da sopportare nel modo di fare, e nel naturale di Giacomo, è purtroppo vero che lui pure dovrà molto più soffrire e tollerare da me, di naturale accidente, e molto sensibile, cosicché dovremo mettere a vicenda in pratica le parole di S. Paolo “Portate a vicenda il vostro peso, e così adempirete la legge di Cristo”
È vero che ho desiderio, e speranza fondata nell’aiuto di Dio, che faremo ambedue il possibile per guarire io dai miei molti, lui dai suoi pochi, ma non poco a me penosi perché esterni, difetti onde esserci così di conforto l’uno, all’altro.
Ancora per questo però fido tanto nell’aiuto delle sue preghiere ferventi, e nei suoi sani, santi, e tanto da me, e credo anche da Giacomo, desiderati, e apprezzati consigli.     
Vorrei dirle quanto mi ha confortato e appagato quel suo periodo dove parla della nostra S. Religione, e dei conforti che in ogni circostanza della vita ci arreca, vorrei insomma rispondere un po’ meglio alla missiva sua ma con mio dispiacere il tempo mi manca essendo in questi giorni affollata da tante e diverse occupazioni che mi tolgono tempo e quiete. Però mi perdonerà se mando scritto in più volte, e con la massima fretta ho dovuto fare poco e male; dopo passato questo periodo di tempo, spero avere un po’ di calma, e allora avrò anche il bene di potermi e a voce, e in scritto trattenermi più lungamente seco, per trarne sempre vantaggio, e conforto spirituale.
Chiedendo la S. Benedizione e nuovamente raccomandandomi alle sue S. preghiere le faccio tanti rispettosi ossequi anche per parte dei miei Genitori e mi dichiaro con la più distinta stima sua futura
                                                                                                       Aff.ma Cognata
                                                                                                          Teodolinda

Pisa 5 Gennaio [18]78.



Lettera N 9  di Ildegarde alla sorella Linda el cognato Giacomo
“…Pur troppo il tuo nuovo stato per qualche tempo ti darà pensiero e ti compatisco avendolo provato ancor io ed è veramente un distacco troppo forte, ma col tempo e quando si trova uno affezionato e buono, come sono certa che lo sarà Giacomo,….. Io pure sono contenta di avere un Cognato di ottime qualità religioso e affezionato a tutti noi come sei tu …..”
                        
                  Carissima Sorella
                                  Pisa 25 Gennaio 1878
Riceviamo in questo momento la desiderata tua, che essendo passata da qualche minuto l’ora della posta, eravamo tutti agitati, ma la cara tua ci ha resi tranquilli e contenti sentendo il buon viaggio avuto e l’ottima accoglienza trovata in codesta Locanda come pure il tuo ottimo stato di salute che ripeto stavamo tutti in pensiero; ringraziamo dunque di vero cuore Iddio che ci ha dato la grazia che tutto vada a seconda dei nostri desideri, quando sono cose che chi si portano da esse riescono sempre bene e senza contrarietà di nessuno, non è vero? Pur troppo il tuo nuovo stato per qualche tempo ti darà pensiero e ti compatisco avendolo provato ancor io ed è veramente un distacco troppo forte, ma col tempo e quando si trova uno affezionato e buono, come sono certa che lo sarà Giacomo, e colla fortuna che hai avuto te di continuare a stare fra mezzo ai Genitori il distacco è tanto minore e presto ci farai l’abitudine e spero sarai contenta e felice, come io te lo auguro di vero cuore; ma quando dobbiamo uscire di casa oh allora muta aspetto in tutto e per tutto credilo pure.
Di salute si sta tutti bene compreso Babbo e Mamma che non ti so dire il piacere che hanno provato nel sentire che ti trovi contenta, speriamo che questi due giorni proseguano ad essere buoni onde possiate passeggiare e godere qualcosa, dunque divertiti. Stai contenta e tranquilla che tutti si prega per te, ma non mancare di tornare il giorno fissato perché essendo Remigio partito ora, mi si raccomanda che Lunedì meno che non sia una festiva giornata vada indispensabilmente, però mi dispiacerebbe troppo di partire senza rivederti e di lasciare i nostri genitori soli, dunque pensa.
Assunta sta bene, ma è in una grande afflizione, quantunque mi provi a tenerla sollevata, pure ottengo poco e mi dice che non vede il momento che tu torni.
Ieri partì la Sig. Maria e il Sig. Alfonzo in ottima salute, quando vedrò la Sig. Adelina non mancherò di fargli i tuoi ringraziamenti
Altro non ti dico che tu stia bene e contenta. Ricevi i saluti di Babbo, Mamma, Assunta, Emilia, Remigio, Amalia, queste donne che uniti ai miei li passerai a Giacomo mentre mi dico di vero cuore
Tua Aff.ma Sorella 
Ildegarde
Carissimo Cognato
Con vero piacere per la prima volta ho letto i tuoi caratteri e godo nel sentire che ti trovi tanto contento del tuo nuovo stato e delle buone qualità di Linda che dici di averle trovato; ti ringrazio dunque dello grande affetto che le porti e desidero che questo affetto non vorrà venir mai meno, ma che anzi accresca sempre in ambedue e così sarete eternamente felici, che io di vero cuore ve lo auguro; desidero che il Signore [illeggibile] sopra di voi le sue celesti benedizioni e vi dia coraggio di resistere a quelle spine che si va incontro pur troppo nello stato matrimoniale.
Io pure sono contenta di avere un Cognato di ottime qualità religioso e affezionato a tutti noi come sei tu e sono certa che renderai felice la mia sorella Linda
State contenti e felici che noi tutti si sta bene, ma però non si vede il momento di rivedervi.
Assunta ha già mandato la partecipazione che desideravi, e insieme a questa mia riceverai i sonetti dei tuoi cari.
Gradisci i saluti di tutti e mi dico
             Tua Aff.ma Cognata 
          Ildegarde



“Pernozze”


Il documento della Sacra Congregazione del Concilio


" Nella seduta generale della Sacra Congregazione del Concilio del giorno 29 Maggio 1880 è stata proposta la causa dal titolo Pisana dispensa da matrimonio tra Giacomo Cristofanini e Teodolinda Stefanini sotto la consueta formula di domanda: = Se sia da rivolgersi all’Ill.mo [Pontefice] per la dispensa nel caso di matrimonio formalmente valido [rato] e non consumato =; risultò la risposta = affermativa =. In ragione di una nuova udienza attraverso il difensore d’ufficio del matrimonio, la domanda è stata nuovamente proposta nella riunione plenaria del 24 Luglio 1880, nella quale fra le altre questioni è stata esaminata la richiesta dell’uomo di una dilazione, gli Emi[nentissimi] Padri concessero questo desiderio, della domanda = Se si debba accettare o respingere questo è stato deciso = rinviando la decisione.
Ciò si trova nella posizione dal titolo Pisana Dispensationis Matrimonii, esistente nella Segreteria della Sacra Congregazione del Concilio nel fascicolo della posizione del 14 Giugno 1880. In fede e dato in Roma presso la Segreteria suddetta nel giorno 20 Agosto 1880.                            
                                                            "Firma e bolli "




 Le lettere inviate a Giacomo Cristofanini dallo studio del principe Giuseppe Colonna da Roma

Ill.mo Signore
Sig. Cristofanini 
A seconda della fatta promessa sono alla presente a significarle che gli Emi.ti P.P. del Concilio hanno decretato circa la sua vertenza dilata, ossia quello che si bramava, ed io godo che la piccola mia opera abbia coadiuvato ad ottenere, per ora, l’intento.
Nuovamente la prego a non tralasciare di comandarmi per qualunque altra cosa possa occorrerle, ciò che trovo a sommo piacere.
Riceva gli ossequi di tutti i miei e con sensi della più sentita stima, mi dichiaro della S.V. Illma
Roma 26 luglio 1880
       [illeggibile] Servo
G Colonna


Ill.mo Signore
Sig. Giacomo Cristofanini
Borgo a Mozzano
Riscontro la sua preg.ma del 14 corrente col vaglia di Lire centodieci per le spese da me indicatele, e godo avanti tutto poterle significare essermi riuscito far contentare la famiglia dell’Em?? Prefetto con sole Lire sessanta, ciò che non sembrami vero essendo cose straordinarissime, e ne ho goduto per la S.V.
Qui acclusa ne troverà la ricevuta, quindi aggiungendo le Lire 10 del Prescritto, ove è incluso un piccolo diritto di Agenzia di Lire 6, più Lire 2 al Portiere della Congregazione, sono Lire Settantadue di mio rimborso sulle sudte favoritemi, restano così a sua disposizione Lire Ventotto.
Senza dubbio non può prima di Novembre esservi nulla di nuovo circa la sentenza della sua causa, ma sarà opportunissimo che Ella trovisi pronto con qualche scrittura alla riapertura degli Uffici che chiudendosi il 4 del pros.[simo] ottobre, vanno a riaprirsi al 13 Novembre.
La mia famiglia ha tanto gradito i suoi cordiali saluti, e le torna distinti ossequi, come pure fanno i miei Impiegati Martinelli Cimara;
Le sarò gratissimo di un riscontro anco per cartolina postale a mia quiete per l’acclusa ricevuta, e pronto sempre a servirla con stima ho il piacere di ripetermi
Della S. V. Ill.ma
Roma 22 7bre 1880.
       [illeggibile] Servo
G Colonna


Ill.mo
S. Cristofanini
Borgo a Mozzano 
Rispondo colla presente alle Sue Pre.me del 27 u: d: Settembre e 19 corr: preceduta dal Suo telegramma del 14
In mani di [illeggibile] Verga consegnai, come Ella desiderava, il plico rimessomi, e può credere come aggiunti, il meglio il meglio che per me si poteva, le più calde premure in favore del buon diritto della S.V. al che adeguatamente rispose quel degno Prelato.
Soltanto Esso avrebbe desiderato già da prima aver ricevuto quanto. Ella gli faceva in quel plico temere essere troppo prossima la riunione della intera Congregazione che sarà nei primi del mese di Decembre.
Ad ogni modo, feci ogni migliore ufficio presso il medesimo per la S. V.
 Sia certo che appena vi sarà  a comunicarle qualche cosa, lo farò con tutta sollecitudine, e tornandole gli assegni di mia famiglia e dè miei Impiegati, mi creda affettuosamente
Roma 27 novembre 1880
[illeggibile] Servo
Gius.[eppe] Colonna


Gent.mo  Sig. e
Roma 21 – 12 – [18] 80
Ho fatto sospirare un pochino alla S.V. [Signoria Vostra] questa mia, ma ho fatto del mio meglio presso Monsignor Verga a suo favore.
Il risultato però è nullo perché nulla si poteva fare. La conclusione è stata favorevole alla fu sua consorte e non si attende che la firma del Papa.
Ella è però sempre in condizione migliore perché è autorizzato a far valere tutti i suoi diritti sugli interessi pregiudicati. Verrà forse a favorirla ancora la nuova legge testé proposta sul divorzio. Quando questa non avesse luogo no so come presso il tribunale civile se la caverebbe quella che voleva e non voleva fare sua moglie. Resta che Ella se la intenda col confessore per ogni procedimento ulteriore sugli interessi. Se ad altro valgo eccomi tutto. Gradisca i miei auguri e mi abbia
  Della SV.                            Devot.mo Servo
  [firma illeggibile]


Busta di lettera del principe G. Colonna a Giacomo Cristofanini di Borgo a Mozzano
Data :Roma 18 dicembre 1881 – la busta probabilmente conteneva i documenti relativa alla causa.

⦁ Ulteriori documenti:

Chiesa del Sacro Cuore a Latignano, frazione del comune di  Casnina (PI), fatta edificare  dal sacerdote Leopoldo Stefanini della Croce e sua sorella Teodolinda.


N° 2 biglietti per visitare i “Sacri Palazzi Apostolici” intestai a Giacomo Cristofanini datati 13 luglio 1880, periodo in cui si svolgeva il processo della Sacra Rota.
 
 Stemma della famiglia Cristofanini di Borgo a Mozzano (LU)