lunedì 18 dicembre 2017

CONFESSIONE E PROFESSIONE DI FEDE POLITICA DEGL' ITALIANI- MAGGIO 1859 - II° Guerra d'Indipendenza -


Confessione e Professione di fede Politica degl’Italiani - Maggio 1859


Fra le carte di casa Giambastiani compare un manoscritto dal titolo “Confessione e Professione di fede Politica degl’Italiani - Maggio 1859” per mano di Francesco Giambastiani, Padre Agostiniano di Lucca. Il frate aveva fatto parte nel 1848 del corpo dei volontari toscani nella prima guerra d’indipendenza, sui campi di Curtatone e Montanara e durante la seconda guerra d’indipendenza sente il bisogno di esprimere tutta la sua italianità come sotto riportato. [vedere anche su enricogiuseppelucamarchi.blogspot.com : “due fratelli sul campo d battaglia di curtatone e montanara” – “ foglio di congedo dopo la battaglia di curtatone e montanara (1848)dai campi di battaglia di curtatone e montanara, alla tragica morte a corfù del padre agostiniano francesco luigi giamabastiani di lucca” – “due lettere di tommaso ward all’”amico del popolo” da firenze nell’anno 1847” – “la statua scandalosa in piazza napoleone a lucca, 1843, un aborrito drudo”]


       
Confessione e Professione
Di fede Politica degl’Italiani
Maggio 1859

Orazione domenicale
Della nostra fede politica italiana
Detto il pater noster
Padre nostro che siei al campo qual primo soldato dell’italiana Indipendenza. Sia lodato il nome tuo, o Vittorio: venga presto il pacifico segno tuo: sia fatta la tua volontà, cioè sull’italica terra: rivendicaci oggi a libertà: fai rispettar la nazionalità nostra, siccome noi rispettiamo l’altrui: Guidaci a goder la pace: Ma liberaci dal lusco [losco] austriaco. Così sia.

Simbolo di Fede Politica Italiana
Detto il Credo
Io credo nel primo Napoleone onnipotente ideatore dell’Impero francese e del Regno d’Italia:
ed in Napoleone 3°, suo nipote, potentissimo salvator nostro:
Il quale fu concetto [concepito] per opera della Provvidenza,e nacque per per la nostra libertà:
Patì sotto gli Orleans, calugnato [calunnato], arrestato ed imprigionato:
Discese le carceri di Ham [castello francese trasformato in prigione], indi resuscitò da morte civile:
Salì alla Presidenza della Repubblica Francese siede sul trono di Napoleone il Grande:
Di la ha da venire a giudicare i vivi italiani, ed i morti austriaci:
Credo nel regno costituzionale di Vittorio Emanuele:
Nella S. Lega Italiana:
Nella remissione di tutti gli Emigrati:
Nella resurrezione dell’Italia:
Nella vita di fratellanza eterna e così sia

Atti di Virtù Teologali Politiche Italiane
Atto di Fede
Io credo fermamente ciò che mi propone a credere il Re Vittorio Emanuele II. perché glelo avete rivelato Voi, Giustizia figlia della verità infallibile, e principalmente io credo che vi è in Italia una sola nazione in tre persone distinte, cioè: Unione Fratellanza e Forza. Carlo Alberto se ne fè campione, morì per noi tradito e lontano dalla patria diletta: ora però è a godere la gloria di Dio Padre Onnipotente, di la osserva e lauda le gesta del figlio che lo vendica; per cui agli eroi la palma, ai traditori maledizione. Ed in questa vera fede voglio vivere e morire:

Atti di Speranza
Oh Napoleone! che siete così possente ed infinitamente politico, io spero per i diritti che ha l’Italia, lo sgombro degli Austriaci ladroni con l’aiuto vostro per questa Sa [santa] causa, e l’indipendenza per tutta l’eternità.

Atto di Carità
Oh Italia mia! perché sei si bella, a tutti cara ed infinitamente civilizzata, io ti amo sopra ogni cosa, e per amor tuo espongo ed esporrò il mio petto alla mitraglia dè tuoi oppressori.
Atto di Contrizione
Oh Sacra Indipendenza Italiana! perché amo sopra ogni cosa la tua somma e perfettissima bontà mi pento e mi dolgo con tutto il cuore, di non esser corso prima sui campi lombardi, e propongo risolutamente di versare tutto il mio sangue, per cacciare l’iniquo austriaco, il quale aborro quanto il maledetto peccato e così sia

Orazione Domenicale che i nostri fratelli italiani Oh Sacra Indipendenza Italiana gementi sotto l’immane giogo austriaco
Recitavano nel 1858
Padre non nostro che siè a Vienna, che il tuo nome sia dimenticato in Italia: che il regno tuo si ristringa al di là delle Alpi: che non sia fatta la tua volontà, così sotto il cielo, come sopra la terra d’Italia, rendici il nostro pane quotidiano che ci divorano i satelliti tuoi metti a noi l’oro e l’argento che cirapiste come noi vi rmettiamo la tua carta monetata: non c’indurre nella disperazione: ma liberaci da te e dai tuoi sgerri, una volta per sempre, e così sia.








lunedì 4 dicembre 2017

I BACHI DA SETA E LA LUNA (ricordi del 1725)




i bachi da seta e la luna
La bachicoltura inizia in Cina secoli prima della nascita di Cristo e a lungo fu un’arte monopolio cinese. La sericoltura iniziò ad essere praticata in Europa solo dopo il 550 dell’era cristiana. In Italia la produzione di seta fu ben presto molto estesa, divenendo la prima del continente nel XII sec. e con la rivoluzione industriale la bachicoltura ebbe un grande sviluppo a servizio delle filande. 
Anche nel territorio lucchese l’allevamento dei bachi costituitì un importante reddito di supporto all’economia agricola. I piccoli bachi nati dalle uova venivano messi su graticci sovrapposti e sospesi da terra e alimentati con foglia fresca di gelso. Il bozzolo serico si formava in diverse settimane, sotto l’attenta cura del bachicultore.

Quadro di Giovanni Segantini – La raccolta dei bozzoli, 1881-1883
Nell’archivio della famiglia Marchi di Pieve di Controne (com. di Bagni di Lucca) si trova un piccolo libriccino di “Ricordi” del 1725, che nasce come resoconto di entrate/uscite dell’altare di S.Antonio della Chiesa di Pieve di Controne [ved. PRIMA, SECONDA e TERZA PAGINA] e fra le entrate è annoverata la vendita di “Bozori” [bozzoli].
Il libriccino è pervenuto scritto in maniera disordinata con registrazioni anche non inerenti l’uso iniziale, si trovano infatti operazioni di somme numeriche e note non pertinenti all’oggetto. Si deve ritenere che al tempo, data la scarsità della carta, si adoperasse quella dei registri non più in uso.
Singolari sono le notazioni sulla messa a dimora delle uova di baco da seta per la formazione del bozzolo serico, che hanno sempre inizio con l’indicazione della data in riferimento alla fase lunare: “A 26 Ap[ri]le luna in capricorno e 5 giorni dopo La Luna piena messi a nascere la seme e nacquero a 4. e 5 magg.o ultimi giorni ….”
In effetti si trovano opere del XVIII° sec. che trattano l’argomento.

PRIMA PAGINA

A di 10 Giugn . 1725
Io Domenico Luca marchi e serge.te Biago Biagi Camarlinghi del: Altare di S.Anto[onio], Qui saranno notate tutte le spese e tutte le entrate fatte per detto Altare [illeggibile]
[seguono appunti disordinati su mannelli, bozzoli etc. ]



SECONDA E TERZA PAGINA
 
Entrate del’ Anno 1725.                           Entrate del’ Anno 1725 -                          
- Bozori venduti              £ 8.8                 Per 1no aniversario                        £ 4,4
- Lana venduta                £ 8. –                  Per la festa di S. Ant.o                  £ 1,4
- Oferta della festa          £   .16                  Per un anniversario fatto [?]         £ 2,8
- Farina venduta              £ 7. -                  Per giunta della lanpana [lampada]  £ 2,2
- Grano venduto [?]         £ 2.28                                                                                9,18           
- Mestura venduta            £ 3___         …………………………………………
                                        29.2               ………………………………………..
……………………………………      ……………………………………
……………………………………      ……………………………………
……………………………………      ……………………………………




PAGINA INTERNA
1749
A 6 di maggio a penultimo quarto della                          
luna d’ Ap[ri]le messi la seme a nascere
La luna era in                   nacquero
a 14. e 15 di maggio e fino alla
do..[?] della terza anticipar[o]no, e
andarono bene, ma il 4 di Giug.o variò
 il tempo con gran d’ a[b]bondanza d’acqua
grandine, e gran freddo e seguitò per
tutto Giug.o di modo che dalla terra
fino che andarono in sul frascato
stiedeno in mese in circa e a 4
di luglio si terminò di metterli sul
frascato e ne cascò molti dal
frascato, e molti ingiallì in fine
di ….[?] di seme fecero bozzori
in tutto [?] 75. Vendetti a Dom[enico]
da palleggio [?] 71,5; e senza tara
[?] 70 a 71.10 la ….. [?]
deve in tutto [?] 105 – –
........................................................................
........................................................................
........................................................................
........................................................................
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1750 :
A 26 Ap[ri]le luna in capricorno e 5 giorni dopo
La Luna piena messi a nascere la seme
e nacquero a 4. e 5 magg.o ultimi giorni
della luna sudd.a e stietero a dormire
La cenerina giorni sedici alla fian[=]
ca molti non dormirono, e alla [?]
[?] ne andò in gialli, e ne
cascarono molti dal frascato , e
andarono su dopo la luna piena
a 22, 23, 24, e 25 Giug.o in fine il 6.
qua[?], e mezza fecero [?] 65, e
[?]a pagat.o dati a Domenico
di Palleggio a 71.12. …..[?]
................................................................................................................................................







martedì 28 novembre 2017

TESTAMENTO SOTTO CONDIZIONE: " ...PURCHE' NON SI MARITI...."



testamento sotto condizione:  … purchè non si mariti…
Nelle vecchie carte dell’avv. Pietro Pellegrini di Borgo a Mozzano è conservato questo testamento olografo, dove la sottoscrittrice lascia la propria “dote” ai figli e ad altre persone indicate col nome di battesimo, che si presuppone fossero parenti.
Ma per Michele vi è la condizione tassativa che non si sposi con Caterina Lot== .

Busta

        l[]aprireta[e] dopo la
Mia morte
       Elisabetta Acco==


Scritto





Gioviano 7 Settembre 9002 [1902]
Lascio la metà della mia dote a Caterina Tre mila lire dico 3000 lire. Tre mila a Giuseppina a To[?]lo Mille 1,00 e mille a Michele purché non si mariti con la Clementina Lot== Se la prendesse allora le Mille lire vadano metà a Caterina e meta a Giuseppina, l’altra metà della mia dote divisa per parte uguali fra tutti i miei Figli.  Così voglio Elisabetta Acco==
  [?] V. [edova] Bracc==

sabato 25 novembre 2017

SEGNALI LUMINOSI NOTTURNI PER AEREI DURANTE LA GRANDE GUERRA - MARZO 1918



segnali luminosi notturni per aerei durante la grande guerra
  - marzo 1918 -


Documento conservato dal Ten. Mario Marchi, comandante della 776a batteria sul Piave dopo Caporetto e in seguito incaricato dal Comando della IVa Armata della verifica delle bocche da fuoco lungo il fronte.


TRASCRIZIONE : 
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
7 7 6
comando 91° gruppo artigl. assedio
F(?) 103 di Prot. R°           addì 23 Marzo 1918

circolare riservatissima da diramarsi a tutte le autorità cui
         = = = = = = = = = = = = = fu diramata la circolare n° 38000 = = = = = = = =

della  quindicinale  dei  segnali  luminosi  notturni  per  aerei  valevole
dal giorno I° Aprile al 15 Aprile 1918
____________________________________________________________________

     Giorno                        lettera dell’alfabeto                         Giorno                        lettera dell’alfabeto
 Morse                                            Morse
____________________________________________________________________
1                           U         ——                 9               N        ——  
2                           S                             10                   U           • ——
3                           R         • —— •                     11                  S           
4                           K         —— • ——                     12                  R         • —— •
5                           U         —— —— •                     13                  I                    
6                           M          —— ——                       14                  M         —— ——
7                           I                                             15                  K         —— • ——
8                           A          ——                      
____________________________________________________________________

n. b. = La lettera di riconoscimento giornaliera, valevole per tutti gli aerei alleati e Nazionali, stabilita nella presente casella per ciascun giorno, vale dalle ore 8 del detto giorno fino alle ore 8 del giorno successivo.=
                                                                        il ten. colonnello
            l’aiutante maggiore                                comandante il gruppo
             [firma] f. to conenna

venerdì 17 novembre 2017

1847: FINE DEL DUCATO DI LUCCA - " ... ora siamo tutti Toscani ..."




1847: Fine del Ducato di Lucca - “...ora siamo tutti Toscani...”



Il 4 ottobre del 1847, attraverso trattative segrete fra il duca di Lucca Carlo Ludovico e il Granduca di Toscana, la città passò a far parte del Granducato.
La lettera sotto riprodotta è scritta da Maria Cristofanini, appartenente a una eminente famiglia di Borgo a Mozzano (LU), al figlio assente dal Ducato e presso un seminario.


Carissimo Figlio
Borgo 12 Ottobre 1847

Finalmente si è presentata l’occasione di mandarli i 3 libri che desideravi due scapolari [Lo scapolare consiste in una striscia di stoffa con apertura per la testa, pendente sul petto e sul dorso. Talvolta, unito allo scapolare, vi è anche il cappuccio. Viene portato anche a scopo devozionale (piccolo scapolare o abitino) in onore della Vergine Maria, di santi, o di particolari devozioni.] e una coroncina il tutto benedetto,  tienne conto e sii divoto della Madonna.
Avrai inteso la nuova del nostro Ducato. Ora siamo tutti Toscani. È già stato preso il possesso solenne da u Rappresentante il nuovo Sovrano, è stato abolito il Ministero e il Consiglio di Stato, ed è stata creata una commissione provisoria governativa composta dal Marchese Commendatore Antonio Mazzarosa, del Cavaliere Com.re Nicolao Giorgini, e del Marc:se Tenente Colonnello Lelio Guinigi assistita da un consultore fiorentino Avv:to Binchierai. Si accetta che Gallicano, Minucciano, e Montignoso siano stati ceduti al Ducato di Modena.
Anche attualmente continua la tranquillità e la quiete. Vivi dunque tranquillo riguardo a noi né ti prendere alcun pensiero.
Noi si segue a godere ottima salute e mi lusingo che tu pure continui a star bene.
Riverisci il Sig. Enrico, e se prima di questa mia non fossero giunte costì le sud:te [suddette] nuove potrai comunicargliele. Rinnova ancora i nostri ossequi a’ tuoi superiori. Il Pappà la Famiglia i Parenti e gli amici ti fanno mille saluti, e per quanto il Signore e Maria SS. [santissima] a benedirti, con ogni affetto mi segno tua
 Aff.ma Madre     
      Maria



lunedì 13 novembre 2017

ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 1946 (Le prime elezioni libere dopo la caduta del fascismo)



elezioni amministrative del 1946 (le prime elezioni libere dopo la caduta del fascismo) - appunti del Prof. Augusto Mancini, rettore dell’università di pisa -

Le prime elezioni dopo la caduta della dittatura fascista furono quelle amministrative del 1946, indette per sostituire nei comuni del Sud gli ufficiali alleati e nei comuni del Nord i membri del C.L.N., che erano stati preposti al governo del territorio.
Augusto Mancini, docente universitario e primo Rettore dell’ateneo di Pisa, dopo la Liberazione, fu oltre che eminente studioso uomo politico, che durante il fascismo subì il carcere e dal 1944 divenne il punto di riferimento della democrazia lucchese.


Gli appunti riprodotti, appunti non sempre ben leggibili e riportati uno su di un invito della “Federazione Comunista Pisana” in occasione di un comizio di Palmiro Togliatti e l’altro su carta intestata dell’Università, sono stati trovati in una lettera indirizzata a “S.ra Vera Pellegrini Marchi – Borgo a Mozzano”. 



La destinataria della lettera apparteneva a una eminente famiglia del paese di Borgo a Mozzano. Il padre era stato uno degli ultimi sindaci antifascisti della provincia di Lucca e il coniuge, ing. Cesare Marchi, aveva ricoperto la carica di presidente del C.L.N. della media valle del Serchio. Il prof. Mancini era “amico” di entrambe le famiglie, come testimonia la fotografia scattata in occasione delle nozze Marchi-Pellegrini, dove è ritratto sul sagrato della chiesa di Borgo a Mozzano assieme al padre della sposa.

Vera Pellegrini con i figli Mario ed Enrico - 1946

Sagrato della chiesa di Borgo a Mozzano

Gli appunti inviati dal prof. Mancini dovevano essere una traccia per i comizi che Vera Pellegrini teneva nei frazioni del Comune di Borgo a Mozzano dopo la Liberazione.  

Appunti su di un invito della “Federazione Comunista Pisana” e su carta intestata:

Alleanza democratica repubblicana
Il Popolo Italiano torna ad eleggere i propri rappresentanti nelle pubbliche Amministrazioni e deve farlo con piena libertà e responsabilità.
Forse i consigli Comunali che oggi si eleggono avranno breve vita perché dovranno essere rinnovati secondo il nuovo ordinamento dello Stato che sarà fissato dalla Costituzione.
Ma le imminenti elezioni hanno ad ogni modo un alto significato morale, e il Popolo deve affermare la sua decisa volontà di liberarsi dal peso di un passato che lo ha travolto fino alla rovina, colpire i responsabili, quanto più in alto sono, e cominciare una vita nuova di libertà di libertà e di ordine, di lavoro e di progresso.
Prima di tutto una concorde affermazione repubblicana, e per questo non potete tollerare, scegliendo la lista che voterete, incertezze e riserve. La Repubblica è la condizione essenziale perché la volontà del popolo, legalmente manifestata, sia d’ora innanzi la base della vita politica e amministrativa.
Conseguenza diretta l’Autonomia Comunale. È questo il glorioso programma mazziniano, che altri partiti hanno fatto proprio, ma che ha la sua marca d’origine che non consente equivoci e appropriazioni indebite, Repubblica e Autonomia.
Le Amministrazioni Comunali non saranno soggette passivamente al Governo accentratore, quale fu il Governo Monarchico e Fascista, ma saranno sotto il controllo della pubblica opinione, che in regime democratico non dovrà mai servire a piccoli interessi e [illeggibile] di persone, di clientele o di campanile, ma sarà [da appunti su carta intestata dell’Università] civile e politica in base regionale e con finalità [illeggibile].
Elettrici e Elettori, [illeggibile].
la lista di uomini liberi che vi propone l’Alleanza (democratica repubblicana).
Nelle attuali condizioni della Patria essi non possono promettervi che una cosa, di servire onestamente il paese, di curarne gli interessi, [illeggibile] il mandato.






 Gli appunti riprendono nel foglio sottostante al segno a matita: