sabato 16 maggio 2015

CONVENTO DEI MINORITI DI BORGO A MOZZANO - iscrizioni sulla facciata ed entro la chiesa


CONVENTO DEI MINORITI DI BORGO A MOZZANO 
ISCRIZIONI SULLA FACCIATA E DENTRO LA CHIESA


Dalla guida di Francesco Maria Pellegrini “in val di serchio – borgo a mozzano e pescaglia nella storia e nell’arte":    …. Potremo salire al Convento dei PP. Francescani. Già dal 1514 si erano stabiliti nella chiesa del convento del SS. Crocifisso alcuni Minori Osservanti di S.Francesco, chiamati dal fervore di alcuni predicatori, e vi stettero qualche tempo. Ma essendo quel oratorio troppo ristretto, costruivano, tutto con le elemosine, nel 1523, il Monastero di cui parliamo…”
 
Da un opuscolo del 1882 stampato dalla tipografia Landi di Lucca: 




sabato 9 maggio 2015

"DENUNCIA DEL RAME" durante la II° Guerra Mondiale.



Denuncia del rame” durante la II° guerra mondiale.

Il rame, come il piombo, zinco, nickel e lo stagno sono metalli necessari per l’industria bellica, pertanto il Regio Decreto-Legge n. 1805 del 13 dicembre 1939, emanato durante il regime fascista a pochi mesi dall’entrata in guerra (10 giugno 1940), comprendeva “norme per il censimento dei rottami e dei manufatti di rame non in opera e per la raccolta di essi”.
Al decreto seguì nella Gazzetta Ufficiale del Regno, in data 26 Agosto 1940, la pubblicazione delle “Disposizioni relative alla raccolta di manufatti di rame”, di cui si riportano alcuni articoli:
Art. 1.
I detentori di ramo denunciato,a termini del R. decreto-legga13 dicembre 1930-XVIIL n. 1805, devono consegnare, con le modalità di cui agli articoli seguenti, all'Ente Distribuzione Rottami (Endirot) tutti i manufatti di rame della categoria oggetti di cucina. Ad essi è consentito di trattenere i cosiddetti a paioli da polenta, anche se di peso superiore ai due chilogrammi esclusi per l'art. 1del decreto-legge dall'obbligo della denuncia. I due chilogrammi devono essere sempre computati nel peso del paiolo.
Art. 2.
E' data facoltà di chiedere al Comuni il differimento di due mesi, a partire dalla data di affissione al pubblico nel Comuni stessi del presente decreto, per la consegna dei manufatti di rame appartenenti ad enti, aziende o comuni in genere, che provvedono alla preparazione di vivande per collettività (alberghi, trattorie, ospedali, ricoveri, conventi, penitenziari, enti assistenziali, collegi, aziende agricole e simili) onde permettere ai medesimi di provvedere alla sostituzioni con manufatti di altro metallo.
Art. 3.
Sono esclusi dall'obbligo della consegna di cui all'art. 1: a) i manufatti di rame appartenenti a cittadini, società, o enti stranieri;
b) i manufatti di rame in dotazione di edifici destinati al culto cattolico o ad altri culti ammessi dallo Stato.
Art. 4.
Sono temporaneamente escluse dall'obbligo della consegna di cui all'art. 1, le caldaie appartenenti a privati, nonché agli enti, aziende e comunità di cui all'art. 2, che siano di sagoma e spessore speciali ed appositamente costruite per cucine economiche murate o per impianti da cucina speciali per collettività……….
Art. 5.
L'Endirot provvede all'acquisto mediante ditta da esso designato su proposta della Federazione nazionale commercianti ferro, metalli e macchine (Fedemetalli). I raccoglitori delle varie ditte sono muniti, a cura della Fedemetalli, di apposita tessera di riconoscimento nella quale è specificatamente indicato che essi rappresentano l'Endirot per la raccolta del rame.
Art. 6.
Il prezzo di cessione è quello fissato dal Ministero delle corporazioni con sue circolari P. 183 del 29 maggio u. s. o P. 793 del 10 giugno u. s. ed è il seguente: a) rottame L. 12 al Kg.; b) oggetti di cucina (vasellame) L. 20 al Kg. Il prezzo viene dai raccoglitori immediatamente corrisposto o s'intende per merce di peso netto, cioè con esclusione di manici, bordi, chiodi e quant'altro non sia di rame; tali materiali non di rame possono essere ceduti, a prezzo di listino, agli stessi raccoglitori
Art. 7 ………..

Coloro che non consegnavano il rame di loro proprietà erano passibili di gravi pene (reclusione da sei mesi a tre anni e multa non inferiore a £.2000) previste dal R.D.L. 13.12.1939, n.1805.

Di seguito sono riportati tre moduli di “Denuncia del Rame” della famiglia Pellegrini di Borgo a Mozzano (LU).




lunedì 4 maggio 2015

REQUISIZIONE DI BENI PRIVATI DA PARTE DI TRUPPE COMBATTENTI DURANTE LE DUE GUERRE MONDIALI


requisizione di beni di privati da parte di truppe combattenti durante le due Guerre Mondiali.

L’istituto della requisizione nel contesto delle guerre è antichissimo e inizialmente aveva tutti i caratteri dell’abuso, mentre la corresponsione di un’apposita indennità per tutelare i diritti dei soggetti soccombenti è stata istituita in tempi non lontani.
Nel seguito vengono riportati documenti relativi a due appropriazioni di beni privati, operate da forze militari, verificatesi l’una durante la Grande Guerra e l’altra nella seconda Guerra Mondiale.

Requisizione durante la Grande Guerra.
La commissione per la revisione degli affitti della IVa Armata dell’Esercito italiano invia al Ten. Mario Marchi una richiesta d’informazioni relativa al prelevamento da parte della 776a Batteria da posizione di 211 litri di vino nella cantina di Villa Francese in loc. Pederiva nel mese di novembre del 1917, come sotto estratto


dal documento completo:


L’affidamento del comando della 776a Batteria al Ten. Marchi, riportato nel suo libricino di appunti e indicato nello stato di servizio militare, porta la data del 3 novembre 1917, in piena ritirata dopo Caporetto, che così descrive alla famiglia nelle sue lettere:
 “… Eravamo in posizione difficili fra le difficili a 2000 metri da quel maledetto Iovame che è stato la tomba di tanti nostri eroi. E lassù la batteria si era fatta larga fama sino tra gli Austriaci per i tiri sapienti eseguiti. ........ Tu puoi da questo immaginare con quale spirito i miei ufficiali e i miei soldati sono scesi qui incontro al nemico. E’ stato prima un calvario per monti pieni di neve a trascinare i pezzi. Ho tirato per due giorni le funi come un pazzo. ........ Così ci siamo ritirati portando con noi quanto i nostri capi ci avevano affidato. Giunto qui in pianura [Riferimento alla posizione assunta dalla batteria sulla destra del Piave] e presa posizione la mia batteria fu la prima ad essere in efficienza. E quando l’ultimo ponte saltò noi eravamo da giorni pronti ad entrare in azione.[vedi post: "Ricordi della Grande Guerra di una famigli luvcchese - IV° parte]
 Il comando della batteria è lasciato dall’Ufficiale nei primi giorni di dicembre, quando la 776a è sciolta per confluire in altre unità.

Sul retro della lettera della Commissione il Ten. Marchi scrive la brutta copia della risposta, confermando di aver effettuato la requisizione, ma escludendo che nel breve periodo successivo alla requisizione in cui aveva continuato il comando della batteria gli fosse stato presentato il buono per il pagamento del vino prelevato.


Trascrizione della brutta copia:

Alla Commissione -----
Non ho potuto rispondere con maggiore sollecitudine al foglio N --- di Cotesta Commissione perché in licenza straordinaria.
Quantunque privo di ogni documento col quale suffragare le mie affermazioni posso ricordare di aver prelevato, quale Comandante della 776 a B.P, il vino in questione rilasciando regolare buono; ciò secondo le disposizioni dell’autorità [illeggibile]. La 776 a Batteria di posizione fu il 17 Novembre, privata dei cannoni e poco tempo dopo gli uomini e gli ufficiali distribuiti fra le altre batterie del Gruppo, finché fu [illeggibile – a senso: ricostituita] nel Gennaio 1918 sotto il comando del Cap. Della Rocca Ing. Guido. Escludo che nel breve periodo successivo alla requisizione sia stato presentato a me il buono per il pagamento; ignoro se detto buono sia stato presentato ai successivi comandanti della batteria, da nessuno dei quali per altro mai sono state a me richieste spiegazioni.
Detto buono doveva essere pagato dalla batteria secondo il prezzo stabilito dal Comando del Gruppo Batteria di P. della Rocca oggi 91° Gu….. [?]

Requisizione durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il documento e costiuito da una richiesta alla pretura di Borgo a Mozzano per il risarcimento di un appareccchio radio requisito dalle truppe brasiliane, che liberarono Borgo a Mozzano dai nazzi-fascisti nel settembre 1944. La domanda, presentata nel 1954  è a firma di Licia Pellegrini, figlia della proprietaria del bene requisito.


Per dare prova dell'avvenuta requisizione sono riportati i nomi di testimoni:



Viene quindi ricordato del fatto la data , 1° Novembre 1944, il militare che la ha effettuata, sergente Walter Winter, e la motivazione, per usarla nell'ospedale da campo apprestato:


Documento completo:


In data 23 maggio 1958 viene data comunicazione alla proprietaria del bene requisito dell'indennizzo pari a £ 4500 (anzichè £15000, richieste).